come piegare bucato
Foto © Steve Buissinne da Pixabay

Una guida per fare presto e bene, ma anche per abbracciare il lato zen del momento in cui bisogna piegare il bucato per una famiglia numerosa.

Due scuole di pensiero

Il mondo si divide in due tipi di persone:

  1. quelle che piegano e mettono via il bucato ogni volta che lo ritirano;
  2. quelle che piegano e mettono via il bucato quando nei cassetti gli sono rimasti solo un calzino e il coperchio di un tupperware.

Per chi ci passa 10 minuti ogni due giorni o per chi ci passa un’ora ogni 10 giorni, ecco qualche consiglio pratico per piegare il bucato avendo un guardaroba che sembra (quasi) stirato anche quando non lo è 🙂

Ammorbidente, poca centrifuga, tanta frusta

ipoallergenico ammorbidente

Se usate i nostri detersivi ipoallergenici siete persone attente alla salubrità dei prodotti che introducete nella vostra routine quotidiana.

E probabilmente pensate che meno ne introducete, meglio è.

In realtà è nella qualità, non nella quantità, che si fa la differenza in un approccio ecologico e salutistico.

L’ammorbidente serve sì a rendere le fibre più morbide (e, all’occorrenza, profumate), ma il suo scopo è altrettanto quello di preservarle più a lungo mentre le “tiene in ordine”, appianandole dopo lo stress della centrifuga: per questo, oltre a rendere i capi meno irritanti sulla pelle e ad aumentare la loro aspettativa di vita, l’ammorbidente facilita la fase di “stiratura a mano” dei tessuti mentre li si piega.

Il suo alleato ideale è un ciclo di centrifuga di 400-600 giri: se il meteo lo permette, qualche ora in più sullo stendino ad asciugare viene ampiamente ripagata nel momento in cui non bisogna lottare con pieghe forgiate nella fucina dei 1200 giri!

In ultimo, prima di stendere, un paio di colpi di frusta ben assestati ad ogni capo toglieranno le scriminature più profonde.

Se ben eseguita, questa sequenza può farci evitare di stirare praticamente tutto tranne le camicie più formali.

Sgomberare il piano di lavoro

Un volta ritirato il bucato, avere un ampio piano di lavoro completamente sgombro fa davvero la differenza.

L’ideale è il tavolo di cucina o della sala da pranzo, pulito e spolverato, perché è quello più ergonomico in termini di altezza rispetto al busto che deve piegarsi per fare pressione sui capi, pena il rischio di mal di schiena.

Il letto, specie quello matrimoniale, offre una superficie di lavoro ampissima, ma è più consigliabile per la piccola biancheria intima, calze e calzini da “smazzarsi” anche da seduti, piuttosto che per felpe, magliette, pantaloni.

Dividere per tipologie di vestiti

È un passaggio in più, ma affinare la procedura la velocizza.

Dividere il bucato da piegare in pile di:

  • calze e calzini
  • biancheria intima
  • tshirt
  • camicie
  • felpe
  • pantaloni
  • asciugamani
  • lenzuola

… e poi gestire le pile per tipo significa prendere il ritmo e lo spazio necessari a creare una catena di montaggio molto più efficace, anche se è formata da una sola persona 😉

Per il bucato personale, conviene cominciare dai capi che una volta piegati occupano più spazio, per arrivare man mano a quelli più piccoli:

  1. golf e felpe
  2. camicie e magliette
  3. pantaloni
  4. boxer
  5. calze
  6. slip e reggiseni

Avere pronti i piani di appoggio

Dividere il bucato man mano che lo si piega in pile di pertinenza personale significa non doverlo fare una seconda volta quando si trasporta tutto nei cassetti e negli armadi dei vari membri della famiglia.

Eseguire tutta l’operazione sul tavolo da pranzo permette di avere a disposizione una sedia per ogni persona: mamma, papà, nonna, figli, più una per la casa (canovacci, tovaglie, asciugamani, lenzuola).

Una volta terminato il lavoro, basta portare la pila di ogni sedia nella stanza -destinazione e il gioco è fatto!

Musica, maestro!

Dicevamo: che si tratti di 10 minuti o di un’ora, il momento in cui si piega il bucato può diventare un momento che ci si prende per sé e si taglia fuori lo stress del quotidiano.

È vero che è un tipo di lavoro che permette di fare del multitasking (tipicamente la telefonata alla zia in viva voce o con cuffiette, o il ripasso delle tabelline con i bambini), ma proprio per questo può essere sfruttato per rilassarsi, divertirsi o informarsi.

Oltre all’opzione vecchia scuola della tv e della radio, c’è quella del proprio cellulare o tablet; grazie ai nostri device possiamo godere di:

  • podcast o video di istruzione (lezioni di ogni sorta, dibattiti, aggiornamenti professionali)
  • podcast o video di intrattenimento (programmi radiofonici, comici, interviste)

C’è chi trova l’atto di piegare il bucato molto rilassante, quasi meditativo, come dimostra il successo di video-tutorial sottovoce come questo, della reginetta del genere ASMR:

https://www.youtube.com/watch?v=RYL9IUEobME

Non dimentichiamo infine il grande potere di uno stereo a tutto volume: se è abbastanza alto, nessuno si accorgerà quanto stoniamo mentre duettiamo con Adele!

Dove comprare detersivi ipoallergenici

Tutta la linea di detersivi ipoallergenici USE per bucato, piatti e superfici sono acquistabili:

Sasha Carnevali è giornalista e food blogger; mamma di tre figli, nonna di un nipotino, moglie di un marito e amante di un cane e di un gatto, in “Consigli per l’USE” condivide i suoi trucchi per la gestione di una casa molto animata (e molto pelosa).